“Qualcuno pensava che la storia d’amore con fosse improbabile? Me lo sono detta anch’io: “È impossibile”. Subivo lo stereotipo del calciatore. Un po’ per preconcetto, un po’ perché a volte i calciatori ci mettono del loro”. Ilaria D’Amico, che tra poco tornerà su Sky, racconta la sua love story con Gigi Buffon. “Gigi per me – ha dichiarato a “Vanity Fair” - era una commistione indefinita tra il campione di cui conoscevo le gesta e l’immaturo”.
Tra di loro un “colpo di fulmine” (“Prima di quella sera ci eravamo spediti tre sms in 15 anni. Una volta lo avevo ringraziato per essere venuto a dire la sua verità sul famoso gol-non gol di Muntari che aveva negato un probabile scudetto al Milan. Gli chiesi se avesse visto la palla dentro e lui rispose che no, ma che se anche l’avesse vista non sarebbe andato dall’arbitro a dargli una mano. Un putiferio, tutti maestrini: “Il capitano della Nazionale non può mentire”. “L’ipocrisia dominante mi fa orrore”, gli scrissi. Finì lì”), ma la storia è venuta subito alla luce: “La clandestinità della storia è durata pochissimo, neanche tre mesi. Entrambi vivevamo una profonda crisi. Ci siamo incontrati in un momento emotivo simile, e ci siamo trovati”.
Tra di loro un “colpo di fulmine” (“Prima di quella sera ci eravamo spediti tre sms in 15 anni. Una volta lo avevo ringraziato per essere venuto a dire la sua verità sul famoso gol-non gol di Muntari che aveva negato un probabile scudetto al Milan. Gli chiesi se avesse visto la palla dentro e lui rispose che no, ma che se anche l’avesse vista non sarebbe andato dall’arbitro a dargli una mano. Un putiferio, tutti maestrini: “Il capitano della Nazionale non può mentire”. “L’ipocrisia dominante mi fa orrore”, gli scrissi. Finì lì”), ma la storia è venuta subito alla luce: “La clandestinità della storia è durata pochissimo, neanche tre mesi. Entrambi vivevamo una profonda crisi. Ci siamo incontrati in un momento emotivo simile, e ci siamo trovati”.